Parete Sinistra
Alla parete sinistra una “Sacra Famiglia”di Domenico Piola, cui segue “ San Benedetto che risuscita un muratore caduto dall’impalcatura”, unica opera firmata e datata da Luca Saltarello nel 1632: il dipinto è caratterizzato da una robusta vena descrittiva (si veda come sono resi in maniera veritiera gli edifici sullo sfondo), unita ad un respiro compositivo, forse d’ascendenza romana; il gruppo degli astanti sulla sinistra richiama invece l’arte del Van Dyck.
Il terzo quadro, “Incredulità di san Tommaso”, è invece attribuito a Gioacchino Assereto. Recentemente restituita a Santo Stefano (buona parte del patrimonio artistico dell’abbazia, arricchitosi con numerosi dipinti di proprietà di alcune confraternite della zona, è stato per molto tempo depositato altrove in attesa di restauro) la bella tela con “Santa Francesca Romana nell’atto di restituire la parola ad una fanciulla sordomuta” di Giovanni Domenico Cappellino, quadro manierista di composizione piramidale. Esso fu commissionato dalla comunità tedesca di Genova, assai fiorente e numerosa. Quest’ultima, già concessionaria di un fondo presso San Siro dal 1424, acquistò in Santo Stefano la cappella della Santa predetta (a destra dopo il pulpito nell’antica chiesa), utilizzata per le proprie funzioni e per le sepolture (la comunità che nel Cinque – Seicento era composta per lo più da mercenari al servizio della Repubblica dipendeva da un Ufficiale Colonnello ed era in buona parte stanziata nella zona di Santo Stefano, essendo moltidei suoi membri di guarnigione all’omonima porta).
Altro bellissimo quadro è il “Martirio di san Bartolomeo” di proprietà dell’omonima confraternita alle Fucine, dipinto da Giulio Cesare Procaccini nel 1618 – 1620.
Appartenente all’abbazia il “Transito di santa Scolastica” di Gregorio De Ferrari, dipinto dalla composizione ampia e dall’intensa carica drammatica,
ove lo spazio sembra dilatarsi all’infinito secondo le indicazioni della scuola barocca romana, già preludente alle soluzioni del secolo successivo.