Introduzione alla CELEBRAZIONE EUCARISTICA secondo rito Bizantino

 

Introduzione alla CELEBRAZIONE EUCARISTICA secondo rito Bizantino

Il rito della Divina Liturgia di San Giovanni Crisostomo inizia con una preparazione (“pròtesi”), che si svolge a un altare laterale al di là dell’iconostasi: i ministri indossano i paramenti sacri recitando preghiere che ne illustrano il significato simbolico, e predispongono le oblate per la celebrazione. Questa parte si celebra quasi in modo nascosto dai fedeli per ricordare la vita nascosta di Gesu.

Prima che la Divina liturgia comincia il sacerdote incensa tutta la chiesa invitando tutti fedeli alla preghiera.

Con la proclamazione “Benedetto il Regno” comincia Divina Liturgia e tutti ne sono partecipi. Dopo la preghiera litanica (la “grande sinaptì”) seguono antifone o salmi, intercalati da brevi litanie di supplica.

Il sacerdote, che porta il vangelo, compie la processione detta del “piccolo ingresso” che ricorda l’apparizione del Cristo Maestro al mondo. I fedeli baciano il Santo Vangelo è un saluto di accoglienza e di amicizia.

Dopo il canto del trisagio, la proclamazione dell’epistola e del Santo Vangelo.  Nella Litania della Fervente Supplica ricordiamo le nostre intenzioni di preghiera.

Dopo  inizia solennemente la “liturgia dei fedeli” con il quale le oblate, al canto dell’inno cherubico, vengono portate dalla pròtesi sull’altare.

A una nuova preghiera litanica e alla recita del Simbolo di Fede segue l’anafora, che si conclude con le grandi intercessioni.

La preparazione alla comunione è costituita da una preghiera litanica, dal Padre nostro, da qualche altra invocazione e infine dal rito dello zéon: si versa nel calice un pò d’acqua bollente, a significare il fervore dello Spirito che nella Pentecoste portò a compimento il mistero pasquale del Signore.

La comunione si distribuisce sempre sotto ambedue le specie: di norma, le particole del pane vengono immerse nel calice e date ai fedeli in un cucchiaino.

La celebrazione si conclude con un’azione di grazie, la benedizione e il congedo dei fedeli, ai quali viene poi offerto il pane benedetto (“antìdor”).